Arrampicata Paralimpica

Il superamento del proprio limite è il nostro cambiamento
Urko Carmona Barandiaran

Il superamento del proprio limite è il nostro cambiamento
Urko Carmona Barandiaran

Descrizione

L’arrampicata paralimpica è uno sport prettamente individuale ma si può svolgere anche in coppia se l’atleta è ipovedente o cieco.           
Mentre l’arrampicata per normodotati prevede tre discipline agonistiche (Boulder, Lead e Speed), quella paralimpica si focalizza sulla Lead (arrampicata di difficoltà) e sulla Speed (arrampicata di velocità).

parola chiave

Emozionante

“Qualsiasi cosa tu faccia in questo sport genera una forte emozione, non importa se negativa o positiva”
La Porta D.

Cosa sviluppa?

Capacità motorie

  • Capacità di apprendimento motorio: Una persona (con o senza protesi) è abituata a camminare lungo l’asse orizzontale cioè quello terreno. Quando si approccia alla parete è necessario che sviluppi nuovi schemi motori utili a salire verticalmente. Per fare ciò l’apprendimento motorio è fondamentale; 
  • Capacità di differenziazione cinestetica: Ovvero la capacità di sapere regolare la propria forza in base a ciò che l’atleta percepisce a livello corporeo rispetto alla parete. “Intendo il saper sentire, ad esempio con le mani, che tipo di presa ho a disposizione e poi trovare un modo per afferrarla al meglio. Inoltre, per l’atleta che usa la protesi il lavoro e ancora più complesso perché, con la forma rigida della scarpa (o della mano), si deve abituare ad avvertire una sensazione differente su cui comunque dosare la forza” La Porta D. 
  • Capacità di equilibrio: Migliorare questa capacità attraverso l’arrampicata è sicuramente utile per i movimenti che vengono svolti nella vita di tutti i giorni; 
  • Forza: “Quando l’atleta è appeso alla parete, tutto il peso del suo corpo si appoggia su prensioni che sono afferrabili solo dalla parte distale delle mani e dalle estremità dei piedi. Per questa ragione è fondamentale saper sviluppare forza nelle gambe, nelle braccia e nella schiena” La Porta D. 
  • Resistenza: Fondamentale per adattarsi alle differenti posizioni che si assumono sulla parete a seconda delle prese e degli appigli presenti.

altre abilità
(Mentali, Valoriali, etc...)

  • Memoria visiva o fotografica: “Quando guardo l’atleta che esegue un itinerario prima di me, inizio a memorizzare visivamente i suoi movimenti, le distanze, la tecnica utilizzata e il ritmo assunto. Questo lavoro mnemonico mi è utile quando, ad esempio, mi trovo in difficoltà sulla parete” La Porta D.
  • Percezione tattile: “È fondamentale per sentire, cercare e trovare nella presa una sensazione di comodità (o confort) che subito dopo genera maggiore sicurezza. Tutto ciò avviene anche con le protesi” La Porta D.
  • Presa di decisione: È determinante quando l’atleta passa da una situazione di confort a una di stress dove la posizione che assume è faticosa da mantenere. “Saper decidere velocemente come muoversi per uscire da questa condizione è sicuramente utile” La Porta D.
  • Determinazione: “Visto che l’atleta sfida la forza di gravità ogni volta che si arrampica, deve essere risoluto nel risolvere i problemi che gli si presentano. Visualizzare e ricordare il percorso lo aiuta a prevedere quale tipo di prensione avrà l’appiglio successivo e a essere determinato nell'afferrarlo, risolvendo così un eventuale problema” La Porta D.
  • Fiducia in se stessi: Fare questo sport stimola l’atleta disabile a prendersi la piena responsabilità di ciò che fa (perché non c’è nessun altro che lo aiuta) e, soprattutto, a rendersi conto che anche i percorsi apparentemente più difficili si possono superare con impegno e determinazione. Tutto ciò incrementa la fiducia e l’orgoglio personale, che si riversano nella quotidianità;
  • Gestione dell’ansia: “In questo sport non solo impari a gestire la classica ansia pre-gara ma anche l’ansia di cadere o di essere guardati quando si scala” La Porta D.

Se faccio Arrampicata Paralimpica cosa imparo?

A livello amatoriale

  • Posizione in parete: il collocamento del corpo in funzione degli appigli e degli appoggi           
  • Locomozione verticale lungo la parete
  • Utilizzo del bacino: anteroversione e retroversione del bacino           

a livello agonistico

  • Incremento gesti tecnici imparati a livello amatoriale                                                       
  • Assunzione di Metodo: calendarizzazione degli allenamenti, tempi di recupero, ripetitività. Un vero e proprio stile di vita che coinvolge l’intera vita quotidiana  

Curiosità

  • Chi può praticare questo sport: “Persone amputate agli arti superiori o inferiori possono gareggiare con la protesi (costruita ad hoc per la scalata) o senza; sia persone ipovedenti o non vedenti; persone con emiparesi, tetraparesi, con paralisi acquisite o innate; persone paraplegiche.  Gli atleti Praticano questo sport tutti coloro che amano le sfide e non si arrendono alla prima difficoltà” La Porta D.
  • L’arrampicata è uno sport estremo! “Non sono assolutamente d’accordo soprattutto quando si parla di arrampicata paralimpica. È vero che sei sospeso nel vuoto ma ti trovi in un contesto indoor protetto in cui il rischio di farsi male è molto ridotto perché scali in sicurezza (con moschettoni e corde certificati e esperti qualificati) e ci sono delle regole ben definite” La Porta D.          
  • Impegno e costanza: In questo sport è fondamentale possedere o sviluppare impegno e costanza perché altrimenti è molto difficile ottenere grandi soddisfazioni e risultati. 

La psicologa dello sport di Orangogo ringrazia per la collaborazione Diego La Porta, Allenatore, Formatore e Tracciatore della FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana)

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