Sci di Fondo per non Vedenti

Se posso fare questo sport posso fare tutto
Duilio Friz

Se posso fare questo sport posso fare tutto
Duilio Friz

Descrizione

Lo sci nordico (o sci di fondo) per persone non vedenti è un disciplina invernale che si può praticare su piste sia all'aperto sia al chiuso e consiste nel percorrere medi o lunghi tratti innevati scegliendo tra due specialità, la sciata classica (passo alternato in avanti) o libera (passo di pattinaggio).        
 L’unica grande differenza rispetto allo sci nordico praticato dai normodotati è che viene svolto sempre in coppia, composta dall'atleta (ipovedente o cieco) e dalla guida. Quest’ultima in gara si posiziona generalmente davanti al non vedente sia per mantenere sempre in sicurezza il compagno sia per comunicargli in tempo reale il tracciato e le eventuali difficoltà tramite un “robottino”, un alto parlante legato dietro la schiena. Durante l’allenamento si scia vicini cercando di sviluppare il più possibile l’indipendenza dell’atleta non vedente. 

parola chiave

Fantastico

“Perché hai tutto: puoi trovare la fatica, la velocità, l’amicizia, la pace con te stesso e soprattutto un profondo rapporto con il tuo compagno di viaggio”
Friz D.

Cosa sviluppa?

Capacità motorie

Capacità di accoppiamento e combinazione dei movimenti: Nello sci nordico è fondamentale coordinare le diverse parti del corpo che svolgono ciascuna un movimento differente. “In certe situazioni, come ad esempio in curva, è ancora più necessario saper combinare i movimenti perché bisogna eseguire una precisa successione di gesti (che coinvolgono tutto il corpo) per evitare di non perdere la traiettoria e uscire fuori pista”. Brao A.
Capacità di adattamento e trasformazione del movimento: In base alle caratteristiche e alle condizioni del tracciato è importante saper adattare la propria andatura e i propri movimenti. “Facciamo un esempio: In caso di bassa resistenza della neve (è più ghiacciata) si fa meno fatica, diversamente, in caso di alta resistenza (la neve è più pesante e ricca di umidità) i passi saranno più corti e il ritmo più intenso”. Brao A.
Capacità di apprendimento motorio: “Per la persona cieca dalla nascita il processo di apprendimento di certi movimenti è più lungo rispetto a persone ipovedenti o che sono diventate cieche perché si deve affidare alla capacità di spiegazione verbale del maestro e alla propria immaginazione che non viene aiutata né da eventuali residui di vista (come per le persone ipovedenti) nè da residui di memoria (come per le persone diventate cieche)”. Friz D. 
Capacità di equilibrio: “L’equilibrio è molto importante in questo sport perché, così come nella camminata, c’è un momento tra un passo e l’altro in cui si rimane con un piede sospeso in aria. Per evitare di cadere è necessario saper mantenere l’equilibrio. A maggior ragione se si è ciechi o ipovedenti”. Brao A.
Mobilità articolare: Nello sci nordico si usano molto le articolazioni (delle caviglie, delle ginocchia, delle braccia ecc.) perché servono a rendere i movimenti fluidi, ad essere più veloci e a fare meno fatica.

altre abilità
(Mentali, Valoriali, etc...)

Capacità immaginativa: “La guida ha il compito di raccontare all’atleta dove si trovano, dove andranno, quale ambiente li circonda (se ci sono animali) e che tempo fa. Questo serve all’atleta per crearsi nella mente un’immagine chiara del tracciato (per affrontarlo al meglio) e del panorama che lo circonda”. Friz D.
Concentrazione: “Mi riferisco soprattutto alla concentrazione che serve all’atleta nell'apprendere i gesti tecnici e nell'ascoltare le indicazioni durante l’esecuzione di un tracciato. Se una persona non vedente pensa ad altro, nel primo caso è difficile che riesca a carpire in modo adeguato ciò che deve fare, nel secondo caso potrebbe addirittura farsi male perché non adatta il suo movimento a ciò che lo circonda”. Friz D. 
Percezione uditiva: Fondamentale non solo per cogliere tutte le informazioni che vengono date in modo costante e puntuale dalla guida ma anche per riconoscere alcuni tratti del percorso (es. scrosciare di un fiume) e associarli alla propria andatura e movimenti; 
Collaborazione: “Visto che ci si allena e si gareggia sempre in coppia, ci deve essere la massima collaborazione da parte di entrambi. Perché se uno dei due non collabora, è difficile riuscire a ottenere dei risultati soddisfacenti”. Brao A.
Empatia: “Per empatia intendo sia quella che spinge l’atleta a scegliere la propria guida perché si sente sicuro al suo fianco, sia quella che caratterizza la guida: deve essere sufficientemente in grado di mettersi nei panni del compagno per poter risultare il più utile possibile durante l’esecuzione del tracciato”. Friz D. 
Fiducia in se stessi: “Questa abilità si sviluppa in due modi: in primis attraverso le parole della guida che sprona l’atleta a credere nelle proprie capacità quando iniziano a vacillare; in secundis attraverso l’esperienza diretta. Infatti, una volta che l’atleta si rende conto di ciò che può fare, indipendentemente dalla sua disabilità, incrementa la fiducia in se stesso”. Brao A.

Se faccio Sci di Fondo per non Vedenti cosa imparo?

A livello amatoriale

1. Camminare sulla neve senza sci con e senza aiuto
2. “Camminare” con gli sci con e senza aiuto
3. Diventare autonomo: es. mettere e togliere gli sci da solo, rialzarsi da solo dopo le cadute, partire e fermarsi da soli
4. Sviluppo tecnica classica e libera 

a livello agonistico

1. Ottimizzazione del gesto tecnico
2. Personalizzazione del gesto tecnico: Significa adattare la propria tecnica di sci al proprio corpo e/o disabilità (es. la sciata sarà gestita in modo diverso da una persona bassa rispetto a una alta. Ognuna ha i suoi punti di forza e i suoi limiti)

Curiosità

La guida: è una figura indispensabile per questo sport, non solo a livello relazionale (per la costruzione di un rapporto di fiducia) ma anche a livello fisico (saper sostenere il ritmo dell’atleta), tecnico (scorgere eventuali problemi di tracciato avvisando l’atleta) e comunicativo (non deve mai stare zitta. Perché il non vedente ha bisogno costantemente di informazioni); il suo obiettivo ultimo è quello di far diventare il più possibile la persona non vedente uno sciatore autonomo che ha bisogno degli occhi, e quindi della guida, solo in situazioni dove questi sono indispensabili;
Il bello di diventare autonomi: “Attraverso l’esperienza sportiva, i praticanti, di qualunque livello essi siano, si accorgono di poter fare cose che mai avrebbero immaginato. Il nostro obiettivo è quello di renderli il più autonomi possibili perché siamo convinti che, utilizzando i giusti accorgimenti, possono davvero fare tutto”. Friz D.
Perché questo sport: “Perché è uno sport completo, infatti va a lavorare sui distretti muscolari di tutto il corpo; perché ti permette di apprezzare il silenzio e i suoni della natura visto che intorno a te non c’è molta gente; perché ti dà un senso di pace e tranquillità”. Friz D. 
Chi può praticare questo sport: Chiunque…che sia una persona normodotata o meno! E ovviamente può scegliere se fare sci di fondo in modo amatoriale, come variante della passeggiata in montagna, o a livello agonistico.

La psicologa dello sport di Orangogo ringrazia per la collaborazione Duilio Friz, Direttore Tecnico e Agonistico della Squadra Nazionale di Sci nordico Paralimpico e Antonello Brao, Allenatore e Sky man della Squadra Nazionale di Sci nordico Paralimpico

Eventi

{{ event.company.name }}
{{ event.name }}

{{event.addresses[0].address}} {{getEventDistance(event.distance_from_my_position)}} da te

Dal {{dateFormatter(event.date_ranges[0].start_date, 'D MMMM')}} al {{dateFormatter(event.date_ranges[0].end_date, 'D MMMM')}} {{dateFormatter(event.date_ranges[0].start_date, 'HH:ss')}} - {{dateFormatter(event.date_ranges[0].end_date, 'HH:ss')}}