Sitting volley
Cosa è per me il sitting volley? Unione, condivisione, competizione. E grande divertimento
Giulia Bellandi
Cosa è per me il sitting volley? Unione, condivisione, competizione. E grande divertimento
Giulia Bellandi
Descrizione
I giocatori per regolamento devono star seduti nel momento in cui toccano la palla (ad es. durante la ricezione, il servizio o il palleggio) e si possono sollevare da terra solo se non sono coinvolti nel gioco.
Il sitting volley è nato proprio per soddisfare le esigenze delle persone con disabilità che volevano approcciarsi alla pallavolo.
parola chiave
Inclusione
“Perché porta alla realizzazione di un’inclusione sotto tutti gli aspetti, da quello sportivo a quello scolastico, familiare o sociale”
Beretta M.
Cosa sviluppa?
Capacità motorie
altre abilità
(Mentali, Valoriali, etc...)
Se faccio Sitting volley cosa imparo?
A livello amatoriale
- Spostarsi da seduto
- Gesti tecnici fondamentali degli arti superiori: es. palleggio
- Colpo sulla palla: come imprimere forza in modo sulla palla e direzione
a livello agonistico
- Perfezionamento dei gesti tecnici e della forma fisica
- Gestione del match
Curiosità
- È uno sport inclusivo: “Nonostante il sitting volley sia nato come sport paralimpico, può essere praticato anche da persone normodotate. Infatti, spesso capita che nei tornei amatoriali o nazionali giochino nella stessa squadra persone con e senza disabilità. Per farlo seguono un preciso regolamento (es. è obbligatorio avere in campo due atleti con disabilità). Invece, a livello internazionale e olimpico lo sport è dedicato solamente ad atleti con disabilità certificate” Beretta M.
- Chi può praticare questo sport: Il sitting volley può essere praticato da tutti coloro che hanno una disabilità fisica (es. amputati agli arti inferiori o a un arto superiore);
- È uno sport statico: “Assolutamente falso! Infatti, nonostante si giochi da seduti, è fondamentale muoversi per poter giocare in modo efficace e vincere!” Beretta M.
- Perché praticare questo sport: “Perché è molto semplice da realizzare: non servono attrezzature costose (es. carrozzina) e né ausili particolari. Se si vuole giocare basta sedersi, avere un nastro che faccia da rete e identificare dei punti di riferimento che delimitino il campo” Beretta M.
- Il bello di questo sport: “L’essere umano non è abituato a interfacciarsi con il mondo da terra. Quando ci si approccia al sitting volley può essere frustrante dover gestire il proprio corpo in una condizione del genere. Ma, una volta che si supera questo scoglio, direi fastidioso, si scopre uno sport bellissimo, uno sport in miniatura che dà tante soddisfazioni! Inoltre, il bello di questo sport è che si rivolge davvero a tutti, basta sedersi! Infine, fa bene. Al corpo, alla mente, allo spirito” Beretta M.
La psicologa dello sport di Orangogo ringrazia per la collaborazione Massimo Beretta, Allenatore Federale di Sitting Volley e Team Menager della Nazionale Italiana maschile di Sitting Volley
Eventi
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