Ultimate

È più facile per me dire ‘’ti amo’’ all’ultimate che alla mia ragazza!
Beau Kittredge

È più facile per me dire ‘’ti amo’’ all’ultimate che alla mia ragazza!
Beau Kittredge

Descrizione

L’Ultimate è uno sport di squadra caratterizzato dall’utilizzo di un disco di plastica, il frisbee. Non è più chiamato "Ultimate Frisbee", ma semplicemente "Ultimate" perché il nome Frisbee è un marchio registrato dalla Wham-O.
Il gioco prevede che due squadre (composte da 7 giocatori) si scontrino in un campo simile a quello da calcio; per fare punto un giocatore deve ricevere un passaggio e afferrare il frisbee nell'area di meta avversaria. Quando un giocatore ha in mano il frisbee non può correre o camminare, gli è consentito solamente di muoversi sul proprio piede perno per passarlo ai compagni.
L’ultimate si può praticare anche indoor e sulla spiaggia. In quest’ultimo caso viene definito Beach Ultimate e si gioca 5vs5.

parola chiave

Entusiasmante

“Perché mette in gioco tanti aspetti di te, quello motorio (es. sviluppo del gesto atletico), sociale (es. accettazione dell’altro) e psicologico (es. autocritica).”
Randazzo E.

Cosa sviluppa?

Capacità motorie

  • Capacità di accoppiamento e combinazione dei movimenti: In questo sport, capita spesso di dover unire insieme diversi movimenti. “Ad esempio, se sei in difesa e vuoi intercettare il frisbee dell’avversario, non solo devi unire salto e ricezione, ma coordinare questi gesti al momento giusto.” Randazzo E.
  • Capacità di adattamento e trasformazione del movimento: Nell’ultimate è fondamentale saper leggere correttamente la situazione e, se necessario, modificare il gesto che si aveva in mente perché il gioco non lo consente. “Se per esempio ho intenzione di lasciare il frisbee a un mio compagno ma mi accorgo che il suo difensore lo sta recuperando e marcando meglio, dovrò cambiare strategia.” Randazzo E.
  • Capacità di apprendimento motorio: Ci si riferisce a tutti quei gesti che non si svolgono quotidianamente e che quindi vanno appresi (es. lanciare e ricevere il frisbee, farlo correndo, con una o due mani ecc.);  
  • Capacità di controllo del movimento: “Solo nel momento in cui sei in grado di controllare il tuo corpo e i tuoi movimenti, riesci a lanciare il frisbee esattamente dove vuoi e come vuoi.” Randazzo E. 
  • Capacità di orientamento spazio-temporale: “Consiste non solo nel sapere dove ti trovi in campo, dove sono i tuoi avversari e i tuoi compagni, ma anche nel prevedere i movimenti di gioco e anticipare gli avversari.” Randazzo E.



altre abilità
(Mentali, Valoriali, etc...)

  • Concentrazione: Perché l’atleta deve essere sempre focalizzato sul campo e su ciò che succede intorno a sé. Se si distrae rischia di non reagire al momento giusto e perdersi degli attimi che potrebbero influenzare l’andamento della partita;
  • Memoria spaziale: Fondamentale per gli schemi di gioco. “Se io non ricordo dove devo andare in campo o non applico al momento giusto gli schemi che ho provato in allenamento, la tattica della mia squadra non si sviluppa in partita.” Randazzo E.
  • Presa di decisione: Questa abilità è fortemente legata alla capacità di analisi della situazione. “Se per esempio ho il frisbee in mano, devo saper analizzare la situazione velocemente per decidere se passarlo al compagno che mi sta venendo incontro ed è più vicino alla meta oppure fare un passaggio indietro più sicuro.” Randazzo E. 
  • Disciplina e rispetto: In virtù del fatto che l’atleta si sente parte di una squadra e rispetta i suoi compagni, si autodisciplina (es. arrivi in orario alle partite, portare la borraccia, impegnarsi ecc.);
  • Fiducia in se stessi: “Ogni passaggio è fondamentale, ogni difesa può cambiare l’esito di una partita, si impara ad essere consapevoli delle proprie capacità ed a non farsi prendere dalla paura di sbagliare o deprimersi per un errore.” Randazzo E.
  • Gestione della frustrazione: “Si può sbagliare una presa, saltare fuori tempo o lasciarsi sfuggire un avversario, questi errori può farli un compagno di squadra, puoi farli tu, non bisogna scoraggiarsi ed accettare che non abbiamo tutto sempre sotto controllo e che non serve abbattersi ma rimboccarsi le maniche e ambire a migliorarsi, come singolo e come squadra.” Randazzo E.



Se faccio Ultimate cosa imparo?

A livello amatoriale

  • Lanci base: rovescio e dritto
  • Gestione del piede perno: “Quando si ha il frisbee, muoversi una o più volte in una direzione qualsiasi con lo stesso piede, avendo l'altro piede (chiamato piede perno) fermo e a contatto con il terreno di gioco.” Pagano A.
  • Ricezione del frisbee: a due mani e a una mano
  • Movimenti atti alla smarcatura: cambi di direzione


a livello agonistico

  • Perfezionamento dei gesti amatoriali
  • Tuffo: per intercettare o prendere il frisbee   
  • Altri lanci più complessi: es. lancio rovesciato 


Curiosità

  • Racchiude in sé diversi sport: L’Ultimate ricorda diversi sport tra cui il rugby (perché ha l’obiettivo di fare meta), e il basket (per la capacità di anticipare l’avversario, di muoverti in campo e difendere);
  • È uno sport completo: “Non solo da un punto di vista fisico (perché lavori con gli arti inferiori e superiori e devi essere coordinato) ma anche da un punto di vista mentale (es. devi avere lettura del gioco) tecnico e relazionale.” Pagano A.
  • A che età iniziare: “Consiglio di iniziare questo sport a 10 anni perché a questa età sono sviluppate quelle abilità psicofisiche (es. orientamento nello spazio, percezione di profondità) che permettono di apprendere a pieno questo sport e divertirsi.” Randazzo E.
  • Non c’è l’arbitro: Ultimate è nato con l’idea che ciascun giocatore debba essere responsabile delle proprie azioni. Infatti, se un giocatore subisce fallo, ha il diritto di chiamarlo con dei precisi segnali, il gioco si ferma, e si confronta con l’avversario. Quest’ultimo può essere d’accordo (si riprende il gioco con il frisbee in mano alla squadra di chi ha subito il fallo) oppure contestarlo (si torna all'azione prima del fallo);
  • Spirito di Gioco e Fair Play: “In questo sport, a qualsiasi livello, a fine partita le due squadre si valutano vicendevolmente sul comportamento che hanno assunto in campo; più ci si è comportanti secondo fair play, più si ottengono punti. Tra l’altro, quando una squadra si sfida con altre, non solo partecipa al torneo “classico” in cui vince chi ha fatto più punti ma gareggia anche per il torneo della correttezza, quello che fa riferimento al comportamento tenuto in campo. Tutto ciò non è solo un modo per invogliare i giocatori ad avere un comportamento onesto, ma è soprattutto uno stile di gioco, una cultura sportiva.” Pagano A.
  • L’avversario: “Nell'Ultimate il tuo avversario non è semplicemente lo sportivo con una maglia diversa dalla tua con cui ti confronti in campo e che valuti a fine partita, è molto di più: quando si organizzano tornei che durano anche solo un paio di giorni, una volta concluse le partite si fa festa tutti insieme, in un clima assolutamente rilassato. È proprio in questi casi che scopri persone nuove e fai amicizia proprio con la persona contro cui hai giocato la mattina!” Randazzo E. 
  • Perché scegliere questo sport: “Perché è vita oltre lo sport. Infatti, lo spirito che lo caratterizza e le trasferte sono due elementi che creano gruppo, stimolano il confronto, la condivisione (anche con gli avversari) e ti permettono di farti nuovi amici. È uno sport che crea rapporti umani.” Pagano A.
  • Non è uno sport serio: “Spesso lo si associa ai lanci che si fanno in spiaggia durante le vacanze estive. In realtà, quando diventa uno sport, e quindi si dissocia dall'essere praticato in modo prettamente ludico, richiede grandi competenze tecniche e tattiche, una buona prestanza fisica, coordinazione e numerose abilità psico- educative (es. costanza, autocontrollo).” Randazzo E.



La psicologa dello sport di Orangogo ringrazia per la collaborazione Enrico Randazzo, Presidente della Commissione dello Spirito del Gioco della FIFD e Andrea Pagano, Tecnico Federale di Ultimate

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